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Un Monumento agli immigrati scomparsi a Lampedusa
Lampedusa, 27 May 2008 - Il grande artista Mimmo Paladino realizzerà una porta alta otto metri, in ceramica refrattaria nera, che verrà posta il 28 giugno 2008 su uno spazio messo a disposizione dal Comune di Lampedusa di fronte al mare.
Lo Studio MM è promotore, in collaborazione con Amani Onlus Ong e Associazione Alternativa Giovani di Lampedusa, del progetto di un monumento dedicato agli immigrati morti e dispersi in mare.
Il grande artista Mimmo Paladino realizzerà una porta alta otto metri, in ceramica refrattaria nera, che verrà posta il 28 giugno 2008 su uno spazio messo a disposizione dal Comune di Lampedusa di fronte al mare.
Insieme al monumento verrà portato a Lampedusa anche un appello, firmato da più di cento rappresentanti della cultura, dell'arte, delle istituzioni e dell'impresa. All'iniziativa parteciperà anche Fondazione o'Scià, che organizzerà con lo StudioMM e Amani il concerto dopo l'inaugurazione del monumento.
L'idea di Claudio Baglioni è di organizzare un camion su cui saliranno gli artisti, in una sorta di processione laica attraverso l'isola, che avrà come tappa principale il centro di prima accoglienza per gli immigrati sull'isola.
L'Appello
Ogni giorno decine di migranti cercano di raggiungere il territorio del nostro Paese e, attraverso di esso, l’Europa. Ogni anno centinaia di loro muoiono nel corso di questo tentativo. Negli anni, essi sono diventati migliaia e migliaia: 11.098 dal 1988 al ottobre 2007 lungo le frontiere europee, secondo l’Osservatorio sulle vittime dell’immigrazione di Fortress Europe. E’ una strage senza testimoni, senza denunce e molto spesso senza sepoltura, perché la maggior parte delle vittime perisce in mare e i corpi non vengono recuperati.
Persino nel caso del maggior naufragio di migranti, quello avvenuto la notte di Natale del 1996 al largo delle acque di Porto Palo in Sicilia, nel quale morirono 283 persone, sebbene il relitto sia stato localizzato, nessuno ha voluto assumersi l’onere delle operazioni di recupero. E’ dunque anche una strage senza pietà.
I migranti vengono dal Sud e dall’Est del mondo verso l’Italia. Vengono ad accudire i nostri anziani, a sorvegliare i nostri figli, a pulire le nostre case, a servire alle nostre mense, a lavare i nostri piatti, a raccogliere le nostre immondizie, a mandare avanti le nostre imprese artigianali, le colture e le stalle, gli impianti industriali e i servizi. Portano lavoro, umiltà, energia, un enorme desiderio di riscatto: vengono da noi per migliorarsi. Portano anche giovinezza e forza vitale alla nostra società senescente, disponibilità alle mansioni che da noi si rifiutano, speranza d’avvenire che a noi si comunica.
La strage di migranti ai nostri confini à il prezzo pagato alla nostra impreparazione, incomprensione, indifferenza di fronte a un fenomeno umano di proporzioni epocali. Per questo pensiamo che un monumento ai migranti possa essere non un risarcimento, ma un riconoscimento dovuto alle sofferenze patite anche per noi.