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O' Scia', tutti gli ospiti confermati
Lampedusa, 21 Set 2007 - Riportiamo una intervista di Andrea Spinelli a Claudio Baglioni, pubblicata su "il Giorno" , che comprende l'elenco dei partecipanti a O' Scia' a Lampedusa.
Emergono molte novità dalla intervista a Claudio Baglioni, che riportiamo integralmente qui sotto.
Non ci saranno alcuni artisti che in precedenza avevano segnalato la propria presenza a Lampedusa:
Chiara Canzian, Gianluca Pellerito, Eleonora Abbagnato. Peccato, ci avevano incuriosito moltissimo.
Sono annunciati comunque grandi nomi. Tra i piu' popolari: Matia Bazar, Neri Per Caso, Franco Califano, Paola Cortellesi, Le Vibrazioni, Alex Britti, Fabio Concato, Pino Daniele, Don Backy, Paolo Bonolis, Rossella Brescia, e Laura Pausini.
Oltre alla maltese Ira Losco, e escludendo gli artisti nostrani di risonanza internazionale, non vi sono interpreti stranieri di spicco.
Non sono previste a breve trasmissioni TV su O' Scia'. Forse qualche trasmissione speciale nei prossimi mesi, dice Claudio Baglioni.
Le ragioni di questa difficilissima scelta sono da ricondurre alla libertà desiderata da O' Scia': una trasmissione tv, in particolare se in diretta, avrebbe tempi molto stringenti, e richiederebbe infinite complicazioni per quanto riguarda ordine e tempi di esibizione degli artisti. Per privilegiare la spontanità e un fecondo clima di improvvisazione e collaborazione, Claudio Baglioni con ogni probabilità rinuncia ai possibili introiti pubblicitari e di diritti che avrebbe "irrigidendo" i concerti. Una scelta coraggiosa che personalmente sottoscriviamo.
Anzi. E se fosse Internet a diffondere e a distribuire le immagini? Garantirebbe gratuità, fedeltà e rispetto dei principi che guidano O' Scia'. Claudio Baglioni e Rossella Barattolo, pensateci.
L'annuncio di un concerto di O' Scia' in Libia è vicino, forse già per la prossima settimana. I luoghi candidati possono essere Sabratah oppure la fantastica cornice di Leptis Magna. La cosa si fa interessantissima.
Ecco l'intervista di Andrea Spinelli a Claudio Baglioni, tratta da "Il Giorno".
Baglioni rinnova la magia di O' Scia'
A Lampedusa dal 23 settembre in scena lo show dedicato al dramma della migrazione
di ANDREA SPINELLI
Accade sempre così. Ad «O’Scià» un amico di Baglioni tira l’altro e alla fine ti ritrovi con un cartellone ingolfato di celebrità pronte a trascinare le coscienze «dal mare nostrum al mare di tutti noi», per dirla col divo Claudio, fino alle ore piccole. A pensare al problema e ai drammi delle migrazioni.
Questa quinta edizione della rassegna, in programma a Lampedusa dal 23 al 29 settembre, non fa eccezione e mette in campo un cast ricco come mai in passato. Si comincia domenica prossima con l’Orchestra di Piazza Vittorio, per poi proseguire il 24 con il mago Antonio Casanova. Ma il grosso arriva negli ultimi tre giorni della rassegna, che sulla spiaggia della Guitgia accoglie il 27 settembre Avion Travel, Mario Biondi, Matia Bazar, Simone Cristicchi, Annalisa Minetti, Fabrizio Moro, Neri Marcoré, Neri Per Caso, Niky Nicolai e Stefano Di Battista, il 28 Appassionante, Franco Califano, Sergio Cammariere, Paola Cortellesi, Enzo Gragnaniello, Le Vibrazioni, Ricky Tognazzi, Mariella Nava. Il 29 gran finale con Eugenio Bennato, Alex Britti, Fabio Concato, Pino Daniele, Don Backy, la maltese Ira Losco, Paolo Bonolis, Rossella Brescia, e Laura Pausini. A parlarne è lo stesso Baglioni.
Claudio, dopo cinque anni crede che «O’Scià» sia riuscito ad ottenere quella legittimazione che ricercava fin dalla prima edizione?
«Certamente comincia ad avere una sua storia. Finora sono centoventi gli artisti sbarcati in questo angolo di Mediterraneo e gli altri trenta arriveranno fra qualche giorno; ciascuno con la propria curiosità e con la propria voglia di esserci. "O’Scià" non ha nessuna causa da difendere, ma solo la volontà di affermare una voglia d’incontro e di confronto fra identità e culture diverse».
Ora la manifestazione ha la sua Fondazione. Cosa cambia?
«E’ un passaggio tecnico importante per intercettare quei denari, quei sostegni, quei finanziamenti (anche privati) capaci di rendere la rassegna un po’ più autonoma e un po’ meno dipendente dalle istituzioni. Insomma, le condizioni necessarie a far sì che anche altri possano seguirci lungo questo percorso e magari, in futuro, proseguirlo anche senza di me».
Magari allargando gli orizzonti.
«Ci stiamo già provando. Quest’anno, ad esempio, a Lampedusa dove non c’è nemmeno una sala, il 25 e il 26 settembre arriva il cinema, grazie a quel Cinetour promosso dal Ministero della solidarietà sociale per raccontare storie di lontananza e di emigrazione. Un evento che, la prima sera, vedrà l’intervento del ministro Paolo Ferrero in persona».
Sul tema di una convivenza pacifica e solidale il 28 si terrà pure una tavola rotonda dal titolo evocativo come quello di una sua canzone: «Gli uomini della storia accanto».
«Trovo che sia un bel risultato riunire attorno allo stesso tavolo il portavoce dell’Unhcr, l’Alto Commissariato per i rifugiati dell’Onu, Laura Boldrini, il vice presidente della Commissione Europea Franco Frattini, il direttore dell’ufficio regionale per il Mediterraneo dello Iom Peter Schatzer, il capo dipartimento per le liberà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno Mario Morcone, e il rappresente della comunità di Sant’Egidio Zeinab Ahmed Dolal. Tante voci diverse per parlare d’identità. O meglio, delle tante identità dei nostri anni».
Quella di arrivare a tanti rinunciando al sostegno importante (e spesso invadente) della tv è una bella scommessa per «O’Scià».
«La manifestazione è nata nel segno della più totale informalità, rinunciando alla letteratura da showbusiness del manager col cronometro in mano per misurare il passaggio tv del suo pupillo. Una cosa piccola piccola cresciuta nella maniera giusta. Magari dal prossimo anno potremo pensare a degli speciali attinti da queste giornate lampedusane. Ma nulla di più. Nessuno, infatti, vuol prosciugare questa piantina che cresce piano piano e rovinare il bel clima che si respira sulla spiaggia della Guitgia».
Dieci artisti a sera sono un’enormità. Non è meglio la formula sperimentata un mese fa a Malta con tre soli interpreti che si scambiano le canzoni?
«Forse sì, anche se la rassegna lampedusana è nata con l’idea di "ti va di venire?". Un po’ come mettere la firma su un’istanza, su una richiesta. L’esperienza di Malta ci ha dato grandi soddisfazioni e non è detto che non possa essere quella la formula giusta per portare "O’Scià" in tv. A Lampedusa no, qui le cose stanno in tutt’altro modo».
Ogni direttore artistico ha un sogno proibito, qual è il suo?
«Portare l’acqua nei camerini di "O’Scià" a chi sale sul palco. Non scherzo, vorrei tanto poter guardare prima o poi la manifestazione dal retropalco rinunciando ad essere il perno attorno a cui ruota lo spettacolo. Ma anche aprire questi concerti sulla spiaggia ad altri generi di musica e a nuovi tipi di contaminazione. Un po’ come proviamo a fare nella giornata di giovedì ospitando un grande jazzista come Stefano Di Battista».
Parliamo della Libia, l’altro suo sogno neanche tanto segreto.
«Siamo cauti, ma ottimisti. La meta è vicina e non è detto che già la prossima settimana non possa arrivare l’annuncio di uno show da tenersi lì, speriamo, entro novembre. I sopralluoghi a Leptis Magna e a Sabratah ci hanno ribadito il senso di una storia comune e della contiguità con popolazioni che a volte sentiamo lontane se non addirittura estranee ed ostili».
La politica è sotto accusa, per bocca di Beppe Grillo e di tanti altri. Cosa ne pensa?
«Tutti negli ultimi tempi abbiamo avvertito le conseguenze di una lotta politica cresciuta sui personalismi e questo ha spinto chi in un modo chi nell’altro a porsi la fatidica domanda: e al Paese chi ci pensa? In questo stato di cose gli artisti si sono accollati un lavoro di supplenza; chi in maniera irruenta come Beppe, chi in forma un po’ più silenziosa come altri. Anche se non mi augurerei mai di ritrovarmi davanti degli artisti-politici, perché il loro ruolo è un altro; è quello di sorvegliare la politica e magari di suonare la carica quando serve. Il caso Grillo, come il successo di un libro corrosivo sulla nostra classe dirigente quale "La casta" di Rizzo e Stella, sono frutto di mesi, per non dire anni, di frustrazioni. Speriamo serva ad innalzare la qualità di un prodotto politico che negli ultimi mesi non è stato certo clamoroso».
E in tutto questo qual è il ruolo della canzone?
«La canzone ha un po’ abdicato al suo ruolo di denuncia, di impegno civile e politico; la disillusione ha spinto in molti casi il cantautorato a rifugiarsi nell’ombra. D’altronde si sa che il successo spegne tanti ardori...».
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